La vita di Gian Paolo Grattarola
I l  R i t r o v o            D e l l a  P a r o l a
Il 27 giugno [2007] si è spenta la voce di Bruno Tolentino, il più illustre e prolifico poeta brasiliano  contemporaneo, per diversi anni direttore della prestigiosa rivista Bravo, attorno alla quale era riuscito a  raccogliere i più significativi fermenti del mondo intellettuale di quella immensa e feconda nazione.  Amico personale di Giuseppe Ungaretti, presso il quale soggiornò durante un breve periodo durante gli anni di esilio in Europa seguiti al colpo di stato del 1964 in Brasile, nel corso delle sue lunghe peregrinazioni ebbe il privilegio di frequentare i più illustri intellettuali e poeti del secolo scorso tra cui spiccano i nomi di Sartre, Serao, Montale, Bishop, Auden, Pasolini, Levi e Quasimodo. Bruno Tolentino deve la sua fama al conseguimento nel 1995 e nel 2006 del premio Jabuti, il più  importante riconoscimento letterario del suo paese, a vent’anni di onorato insegnamento a Oxford, ma anche a  due anni di soggiorno in carcere sotto le pesanti accuse di spaccio e contrabbando. Ma in Italia, ove tornava  periodicamente essendovi strettamente legato dalle antiche radici famigliari e da un sentimento di profondo  affetto, negli ultimi anni era noto soprattutto per lo stretto sodalizio con Don Giussani e l’ambiente culturale  cattolico a seguito della sua radicale conversione religiosa. 
Tra le sue opere più prestigiose ricordiamo “O mundo como Idéia”, in cui il poeta manifesta il bisogno di varcare le anguste sembianze della  prefigurazione concettuale, che privano l’uomo della necessità di infinitarsi nel ampio respiro della totalità dell’essere.  L’arte - ebbe a dire una volta - è una menzogna che dice la verità ma il varco di montaliana memoria attraverso cui raggiungerla e che lo ha  condotto dapprima nei bassifondi di Varsavia, quindi sul teatro di guerra libanese e infine nelle segrete delle carceri si è materializzato infine  nell’incanto dolente di una notte stellata sotto le sembianze inattese di una conversione alla fede cattolica.  E pur consegnando alla storia la parabola esistenziale di un poeta che ha lambito tutte le correnti culturali del Novecento, pur resistendo stoicamente al richiamo del senso di appartenenza, si congeda da questo mondo nella convinzione che il poeta sia un uomo inutile e che il problema non stia nella ricerca di una rettitudine morale ma nella possibilità di una piena realizzazione dell’essere attraverso il calvario di un’estenuante ricerca anche tra gli anfratti più oscuri.
Dell’intervento di Grattarola su Lankelot, uno dei pochi pezzi scritti in italiano dopo la morte di Tolentino,  sono riportate in bianco le parti a  dir poco dubbie della sua biografia. La vita del poeta è riferita spesso così come lui la raccontava, frutto in buona parte di fantasia geniale e  ammaliatrice. Vedi in proposito l’articolo pubblicato su Tracce nel settembre 2003 a firma di padre Vando Valentini, prete italiano di Comunione e  Liberazione che a San Paolo del Brasile tuttora coordina il nucleo Fede e cultura dell'Univerità Cattolica. Di questo nucleo Tolentino faceva parte  attiva. Ben altrimenti documentate l’edizione inglese di Wikipedia e le pagine a lui dedicate in portoghese da Wordpress. In Italia, due anni prima  della morte, il settimanale Tempi ha pubblicato, per la firma di Emanuele Boffi,  uno splendido articolo, datato ottobre 2005; tuttavia anche qui  trova spazio una delle consuete mistificazioni del poeta: ad Oxford Tolentino non ha mai insegnato; vi ha vissuto a lungo, lavorando presso  , dove collaborò col poeta Auden e che diresse dopo la morte di lui. Trattandosi di una rivista letteraria, non era certo di lì che attingeva  per condurre la sua vita dissipata. Altra balla, che i suoi 22 mesi di prigione li abbia trascorsi all'Isola del Diavolo. Si trattò della prigione di  Dartmoor, ma questo doveva essergli parso non abbastanza suggestivo per entrare a far parte di una biografia come la sua. L’articolo di   invece giustizia di un’altra “leggenda”: che fosse venuto in Italia per tradurre Ungaretti. Dalla bocca stessa di Tolentino scaturì infatti un aneddoto  che ha tutta l’aria di essere autentico; ecco come Boffi lo riferisce: “Ungaretti lo invita a casa sua. «A fare cosa?», chiede il giovane. «Niente  risponde l’anziano poeta -. Perché? Bisogna sempre fare qualcosa?»”.  Nella sezione Testimonia sono presenti due ricordi, che portano ulteriore luce sulla personalità, complessa e geniale, di Bruno Tolentino.  
Non varrebbe la pena dedicare tanto spazio a Tolentino, se non fosse un grande poeta, e in quattro lingue. Ha pubblicato soprattutto in  portoghese, ma anche in francese e in inglese. La sua produzione italiana è invece quasi del tutto inedita. Ai versi italiani e alle traduzioni in  italiano dei suoi versi in altre lingue Il Ritrovo Della Parola intende dedicare uno spazio, corredato anche di pagine autografe che vedrannno la luce  per la prima volta qui.  Alcune poesie: 
E.Bono G.De Gennaro G.Gattoni M. Radnóti C.Striano B.Tolentino P.Varvesi Copertina Presentazione Parliamone la Parola Testimonia leggi/scrivi sul blog
Errata corrige
Copertina
Ultima modifica: 1 gennaio 2013

Bruno Tolentino

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