Nella XIII stazione contempliamo
il corpo di Gesù di Nazareth, deposto dalla Croce
Tutti i diritti riservati
Negli ordinati musei della passione
sono in ordine esposti i sacri attrezzi:
croce e corona, martello e chiodi,
flagello romano, mantello rosso,
canna e colonna, e le tenaglie.
Per anni mi sono domandato: a che
servono le tenaglie in questo giorno?
Oggi lo so, servono a schiodare,
a sconficcare i chiodi dal legno.
Il sacro arnese ha una sua missione
ben precisa. Fu inventato per questo.
Morto, dopo aver con le tenaglie i chiodi
sconficcati, accetta ormai di scendere
dalla Croce. Oggi, che dei corpi si fa spreco,
del lucente tempio della tua sapienza procurato,
il tuo corpo glorioso e sfigurato,
questo è l'uomo, deposto dal suo trono.
Oggi, che dei corpi si fa sego o crema
di bellezza, la tua deposizione offre
il segno eterno della contraddizione.
Che cosa insegni o corpo glorioso?
Immagine e somiglianza. Specchio nostro
di ogni santità. Quando uscimmo dal buio
per la luce. Tutto è compiuto, portato
a perfezione, maturato, e il frutto
può dal fiore germogliare. Già, hic et nunc,
tutto è compiuto. Già si innesca la reazione
nucleare che porta alla trasmutazione
del metallo vile in oro. Già
in quest'ultimo atto si intravvede
la Resurrezione. Semenza benedetta,
che muore sottoterra per dar frutto.
Il tuo corpo deponendo dalla croce,
il lento e faticoso e attento moto
discendente mostra l'Incarnazione.
Il tuo corpo assoluto e concreto, del tutto
uguale al corpo di Adamo, obbediente
e paziente, mite ed umile di cuore,
corpo di servo divenuto, sicché si possa
rivelare la segreta novità del NOME:
che Dio è servo. Natura di Dio coincide
con natura di servo. Adesso la Croce è vuota.
Gloriosa. E mostra aperto, come il costato
sul tuo corpo, il cuore del mistero di Dio stesso:
Dio è un Dio crocefisso.
Colleverde, 4 gennaio 1988
Carlo Striano
VIA CRUCIS