Nella XIV stazione contempliamo
  il corpo di Gesù di Nazareth, sepolto
 
 
  Tutti i diritti riservati
 
 
  Noi che accecati davanti alla porta del mistero,
  rotoliamo la pietra, non vediamo altro
  che la metafisica azzoppata degli assi cartesiani.
  Da questa superfice senza ombre
  tu scompari e affondi, nel tempo.
  E condita di luce increata sciogli
  i nodi nella rete temporale, sgrovigli
  i nodi gordiani d'ogni vita d'uomo. Ridistendi
  la rete arruffata dal taglio precoce
  della morte. Ricongiungi ogni memoria
  alla sua carne. Creando e ricreando i cuori,
  facendo germogliare le ossa secche
  dei morti. Raddrizzando i torti, gli schiavi
  liberando. Spartaco ucciso dai Romani
  ti aspetta, anch'egli crocefisso, farfalla
  libertaria. Tu prendi possesso del Passato, mentre
  il tuo corpo giace nella tomba, e fuori
  la guardia dei grandi sacerdoti controlla
  che la pietra al suo posto rimanga. Sprofondi,
  o forse è meglio dire, riemergi, vieni a galla
  del tempo, come il tuffatore che riemerge
  dal fondo al dorso delle acque.
  E passando per le infinite stanze di ogni vita,
  visiti il tuo regno che è la storia, risvegli ogni memoria,
  all'interno del bozzolo mortale, dissolvi il peccato,
  curi la malattia procurata dal Male, e ogni uomo
  infine riconosce il nome, il suo vero nome,
  che una volta da te pronunciato, lo tirò fuori
  dall'abisso del niente. Il corteo s'ingrossa
  e diviene valanga rotolante fino a quella piana
  ricca di triboli e spine, che si stende appena
  fuori la porta del giardino, dove si trova la tomba
  di Adamo. Adamo! Adamo! non nasconderti più. Sono
  tuo figlio che ti chiama, padre mio, e insieme
  sono il tuo Dio. Risorgi, prendi il posto
  che t'era da sempre destinato. E con te
  risorga Eva, mia madre, e più non pianga
  la morte d'Abele per mano di Caino.
  Alfa e Omega coincidono nel punto originario,
  nel cerchio perfetto dell'eterno. Chronos sospira
  e si dissolve insieme al doppio coro della Passione.
  Batte per terra due volte con il suo bastone, il maestro
  di cappella. Altra musica ci vuole adesso,
  Giovanni Sebastiano.
  Colleverde, 4 gennaio 1988
 
 
  
 
  Carlo Striano
 
 
   
 
 
   
 
 
   
 
 
   
 
 
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