Nella XI stazione contempliamo Gesù di Nazareth, il Crocefisso
Tutti i diritti riservati
Disteso sul giaciglio tu riempi il mio corpo vegliando nella notte mi sono intriso di te tu midollo delle mie ossa trepidante e gioioso la tua ombra mi ricopre i nostri soffi si confondono mi reggi con la tua mano mi sono appoggiato al tuo nome io vivo perché tu ti ricordi sempre di me. Le mie mani immergendo nel tuo essere mi sazio di cibo abbondante si riempie la mia bocca di esultanza la tua mano destra mi sorregge in questa notte paurosa nella quale sono immerso IO SONO bruciata terra argilla cotta la mia gola IO SONO ho imparato a misurare i giorni IO, punto di coscienza elementare. Il mio corpo è il tempio spazio-temporale, nell'ordinata cadenza della luce. Fuggevole visione delle cose. Precipitosa danza dei giorni. Delle comete gli infiniti ritorni. Cantano i galli sulle colline attorno. Curvo dorso dell'onde biancheggianti. Nuvole basse, vento da levante. Rumore di treni sferraglianti, IO, corna di lumaca serpeggiante, bava d'argento su lastra fragile d'amianto, rilucente grumo, nodo di coscienza. Andromeda, Orione, Cassiopea, stelle del Gran Carro, e Tu, bianchissima stella del mattino. "C", quattro quarti, tempo a corona. Ad libitum virtuosi oggi si suona. Cavi, 19 giugno 1987
Carlo Striano
Carlo Striano leggi/scrivi sul blog leggi/scrivi sul blog
VIA  CRUCIS