Nella IX stazione contempliamo
Gesù di Nazareth che cade per la terza volta
Tutti i diritti riservati
La legge della gravitazione universale
reclama ancora i suoi diritti. La delicata
macchina s'inceppa. L'accurata
geometria del piede, l'intreccio
dei nervi e delle vene, il perfetto
gioco delle ossa nei ginocchi,
l'articolazione dell'anca. Il suo corpo
tessuto di terra e di luce.
Dieci miliardi di neuroni,
gli occhi, il naso, le orecchie,
il cuore che batte, i polmoni,
il fiele, l'insulina. Si abbatte
il corpo, attratto dalla forza
di gravità. Paga il suo debito alla terra.
Scorrono in rivoli i ricordi e si aggrumano
immagini. L'odore del fumo
che si sprigionava dal legno verde.
La carne dell'agnello sfrigolante.
L'attesa della luna piena. Il suono del corno.
La colomba che alta si librava
quel giorno sul Giordano. La rete
piena di pesci. Simone, Simone.
Sono forse io, Signore?
Preparate la Pasqua. Non conosco
quell'uomo. Abba, Padre.
Così brucia il legno verde,
e si consuma. Steso sulla strada,
invano aspettando che si fermi
il sacerdote. Sanguinante,
parla l'affanno e il suo dolore.
Eppure non s'è spento il fuoco
del suo amore. Egli ama
i soldati strattonanti, la folla
che lo guarda con occhi di pesce,
i grandi sacerdoti ed il procuratore.
Il littore che lo ha flagellato, i falsi
testimoni, le donne di Gerusalemme,
gli amici dispersi, i farisei,
Pietro che lo ha rinnegato,
e Giuda il traditore. Tutti
egli ama e scalda con il fuoco
del suo amore. E perciò
si rialza
e cammina. La Croce
è vicina. Innalzato non scenderà,
la legge sfidando
della gravitazione universale.
Colleverde, 23 aprile 1987
Carlo Striano
VIA CRUCIS