Nella IV stazione contempliamo l'incontro tra Gesù di Nazareth e sua madre, la Beata Vergine Maria
Tutti i diritti riservati
Oggi nessuno grida "Beate le mammelle da cui il latte hai preso". Madre, beata piuttosto che hai creduto. Ti ricordi quando per tre giorni mi perdesti? Ora capisco l'affanno di quei giorni, quando una spada il cuore mi trafisse. Il coltello d'Abramo. Non piangere, Madre, sarà come allora, dopo tre giorni tu mi rivedrai. Adesso, figlio mio, ti vedo. C'è un tempo per ridere. Quando viene riderò. Oggi piango. Oggi sii forte. Mi sostenga il tuo sguardo. La tua tenera carne. Colomba mia, occhi viola. Dura è la morte. Grande sia la gloria. Il grande pesce è stato preso all'amo. Io sono l'esca, la croce l'arpione, con il quale ammazzare leviathano. Tu la donna gloriosa, la Vergine immensa, la Madre che sempre rinnova la sua verginità. Io il pigiatore che calpesta nel tino. Quello che tu credi sangue è vino. Figlio, io sono l'Addolorata. Oggi ti partorisco nel dolore. Oggi la terra lavorata del mio corpo, con triboli risponde e spine. Oggi si compie la maledizione ricevuta nel giardino. Figlio d'uomo, figlio d'assassino. A giusta ragione condannato, patisco, pago la cambiale. Oggi tu partorisci altri figli. Non vedi? L'aquila distende le sue ali. E vola. L'aquila? La croce. Cavi di Lavagna, 16 febbraio 1987
Carlo Striano
Carlo Striano leggi/scrivi sul blog leggi/scrivi sul blog
VIA  CRUCIS