Nella I stazione contempliamo
la condanna di Gesù di Nazareth
Tutti i diritti riservati
È l’alba. Il sole sorge
con fatica rotolando
la sua macina di luce
sul dorso delle montagne.
È l'alba. Il re luminoso
ha illuminato gli uomini
che vivono nella valle
della tenebra. Sulle spalle
viene avvolta
la porpora della vergogna,
il colore rosso scarlatto della menzogna.
Ha bestemmiato, insorge
il grande sacerdote, di legge
esperto e di condanne. Egli
Figlio di Dio si è dichiarato.
Questo verme, fatto di carne,
nato da donna, e da che donna,
noi tutti conosciamo
da quale seno è uscito. Utero
di prostituta può forse generare
Colui che il Roveto Ardente
bruciava senza consumare?
Non sono scoppiati i vostri orecchi
quando pronunciava la parola sacra
- ADONAI -
che solo il grande sacerdote può sussurrare nel segreto
una volta all'anno? E questo cane
la pronunzia, in vano,
ogni giorno. E le vesti
si straccia e si copre la testa
con il mantello di preghiera.
Colui al quale i cieli vanno stretti,
il Logos eterno, rivestito
nel suo abito di carne
buona per i vermi, ascolta la condanna.
Sulla guancia s'arrossa la pelle
col segno della mano, lo schiaffo
che ha appena ricevuto dal soldato
gli brucia. Il suo onore
si distrugge. Egli è gia ferito.
Cavi di Lavagna, 25 gennaio 1987
Carlo Striano
VIA CRUCIS