LETTERA 30
Mio caro Sanguisuga,
qualche volta penso che tu pensi di essere stato inviato nel mondo per il tuo divertimento. Suppongo, non dal tuo rapporto
miserevolmente inadeguato ma da quello della Polizia Infernale, che il comportamento del paziente durante la prima
incursione è stato il peggiore possibile. Si è spaventato assai e si ritiene un grande vigliacco e perciò non prova alcun
orgoglio; ma ha fatto tutto il suo dovere e forse anche qualcosa di più. Di fronte a questo disastro tutto quello che puoi
produrre a tuo credito è una fiammata di cattivo umore con un cane sul quale ha inciampato, qualche sigaretta di troppo
fumata, e una preghiera dimenticata. E che me ne faccio del piagnucolio sulle tue difficoltà? Se ti stai basando sull'idea che il
Nemico ha della "giustizia" e stai suggerendo che bisognerebbe tener conto anche delle tue difficoltà e delle tue intenzioni,
allora non sono affatto sicuro che un'accusa di eresia non possa essere portata contro di te. In ogni modo, presto scoprirai
che la giustizia dell'Inferno è puramente realistica, e riguarda solo i risultati. Portaci cibo, o tu stesso diventerai cibo.
Il solo passaggio costruttivo della tua lettera è dove dici che ti aspetti buoni risultati dalla fatica del paziente. Ciò è
abbastanza buono. Ma non te lo farà cadere nelle mani. La fatica può produrre grande gentilezza, e quiete nella mente e
anche qualcosa di simile a una visione. Se spesso hai visto uomini spinti da essa a collera, malizia o impazienza, ciò è dovuto
al carattere aggressivo di tali uomini. La conseguenza paradossale è che una stanchezza moderata è terreno migliore per la
pigrizia che non l'essere completamente esausti. Ciò dipende in parte da cause fisiche, e in parte da qualcosa d'altro. Non è
la stanchezza in se stessa che provoca l'ira, ma una richiesta inattesa a un'uomo già stanco. Qualsiasi cosa gli uomini si
aspettino presto diventa un diritto: il disappunto può, con un piccolo colpo di mano da parte nostra, essere sentito come
un'ingiuria. E soltanto quando gli uomini hanno tentato di rimediare all'irrimediabile, dopo che non si aspettano più il
riposo e hanno cessato di pensare anche a mezz'ora più in là, che i pericoli di un'umile e gentile stanchezza sopravvengono.
Per ottenere i migliori risultati dalla stanchezza del tuo paziente perciò, lo devi nutrire di false speranze. Ficcagli in mente
ragioni plausibili per credere che le incursioni aeree non si ripeteranno. Fa in modo che si conforti a pensare quanto si godrà
il suo letto la prossima notte. Esagera la stanchezza facendogli pensare di essere al limite; perché gli uomini pensano sempre
che non avrebbero sopportato ancora un minuto la tensione, giusto nel momento in cui tutto finisce. In questo, come nel
problema della vigliaccheria, bisogna evitare il totale impegno. Qualunque cosa dica, lasciagli sempre spazio al suo interno
perché accetti di affrontare qualunque cosa gli accada, ma solo "per un tempo ragionevole", e fa in modo che il periodo
ragionevole sia più breve di quanto ragionevolmente possa durare. Non c'è affatto bisogno che sia molto più breve; in tutti
gli attacchi alla pazienza, alla castità, alla fortezza, il gioco è fare in modo che un uomo si arrenda solo quando (se ne fosse al
corrente) il riposo sarebbe già in vista.
Non so se è bene che incontri la ragazza sotto sforzo, oppure no. Se accade, tieni presente e fa buon uso del fatto che,
fino a un certo punto, la stanchezza rende le donne più loquaci e gli uomini meno. Numerosi risentimenti segreti, anche tra
innamorati, possono essere coltivati in queste condizioni.
Probabilmente le scene delle quali è oggi testimone non forniscono materiale per un attacco di tipo intellettuale alla
sua fede: i tuoi passati fallimenti lo hanno sottratto al tuo potere. Ma c'è un attacco alle emozioni che può essere ancora
tentato. Consiste nel fargli sentire, quando vedrà per la prima volta un uomo spiaccicato contro un muro, che questo è "ciò
che il mondo è realmente" e che tutta la sua religione è frutto di fantasia. Noterai che li abbiamo completamente immersi
nella nebbia circa il significato della parola "reale". Essi si dicono l'un l'altro, di qualche grande esperienza spirituale: "Tutto
quello che realmente è successo è che hai sentito della musica in un palazzo illuminato"; qui "Reale" significa soltanto i fatti
nudi e crudi, separati da ogni altro elemento nell'esperienza che hanno effettivamente avuto. D'altra parte, possono anche
dire "Si può anche discutere questa profonda esperienza mistica mentre te ne stai seduto qui in poltrona, ma aspetta di
essere lassù per vedere a che cosa assomiglia realmente": qui "reale" è usato nel senso opposto per significare, non i fatti
fisici (che essi già conoscono per averne discusso in poltrona) ma l'effetto emotivo che questi fatti hanno nella coscienza
umana. I significati della parola possono essere difesi entrambi; ma il nostro lavoro consiste nel fare in modo che i due
vadano insieme esaminati cosìcché il valore emotivo della parola "reale" possa essere piazzato ora da una parte ora
dall'altra, come meglio ci pare. La regola generale che abbiamo ben inculcata in loro è che in tutte le esperienze che li
rendono più felici o migliori soltanto i fatti fisici sono "reali" mentre gli elementi spirituali sono "soggettivi"; che in tutte le
esperienze che possono scoraggiarli o corromperli, gli elementi spirituali sono la realtà principale e ignorarli è solo una
scappatoia. Perciò, mentre una donna partorisce, il sangue e il dolore sono "reali", la gioia che ne segue è un punto di vista
puramente soggettivo; nella morte al contrario, il terrore e la bruttezza rivelano che cosa la morte "realmente" significa.
L'odiosità di una persona odiata è "reale": nell'odio si vedono le persone come esse sono, senza illusioni; ma l'amabilità di
una persona amata è soltanto una illusione soggettiva che nasconde il nucleo "reale" del desiderio sessuale o del
comportamento interessato. Guerre e povertà sono "realmente" orribili; pace e abbondanza sono soltanto fatti fisici circa i
quali agli uomini capita di avere certi sentimenti. Le creature umane sono sempre ad accusarsi reciprocamente di voler
"mangiare il dolce e conservarlo intatto", ma grazie al nostro lavoro siamo spesso nella condizione di farglielo pagare senza
che mai lo assaggino. Il tuo paziente, maneggiato bene, alla vista delle viscere umane non avrà difficoltà alcuna a guardare
alle sue emozioni come a una rivelazione della Realtà e alla sua emozione alla vista di un bambino felice e beato come a un
puro sentimento,
Il tuo affezionato zio
SPIROCHETA
Dalle Screwtape Letters di C. S. Lewis - Traduzione di Carlo Striano
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