LETTERA 29
Mio caro Sanguisuga,
adesso che è certo che gli umani tedeschi bombarderanno la città del paziente e che il suo dovere lo porterà a un pelo dal
pericolo, dobbiamo esaminare la nostra politica. Dobbiamo puntare alla viltà - o al coraggio, con l'orgoglio che ne segue -
oppure all'odio per i tedeschi?
Mmmh, temo che non sia bene farlo diventare coraggioso. Il nostro dipartimento delle ricerche non ha ancora
scoperto (per quanto si aspetti d'ora in ora il successo) come produrre alcuna virtù. Questo è un serio svantaggio. Per essere
grande ed effettivamente perverso un uomo ha bisogno di qualche virtù. Che cosa sarebbe stato Attila senza il suo coraggio,
o Shylock senza il suo auto-rifiuto per quanto riguarda la carne? Ma se non possiamo fornire queste virtù noi stessi,
possiamo almeno usare quelle fornite dal Nemico, e questo vuol dire lasciarGli una specie di testa di ponte in quegli uomini
che, d'altra parte, abbiamo reso più sicuramente nostri. Un arrangiamento davvero insoddisfacente ma, penso che prima o
poi, impareremo a fare meglio.
Possiamo utilizzare l'odio. La tensione dei nervi umani sottoposti al rumore, al pericolo e alla fatica, li predispone ad
ogni violenta emozione ed è solo questione di saper guidare la loro suscettibilità sui giusti cammini. Se la coscienza resiste,
confondila. Lascialo pensare che sente odio non per se stesso, ma per le donne e i bambini, e che ai cristiani è detto di
perdonare ai propri nemici personali, non a quelli degli altri. In altre parole fa in modo che egli si consideri sufficientemente
identificato con le donne e i bambini da sentire odio a loro favore, ma non abbastanza identificato riguardo ai loro nemici
per considerarli come propri e perciò degni di perdono.
Ma l'odio è meglio combinato con la Paura. La codardìa, sola tra tutti i vizi, è puramente dolorosa: orribile da
anticipare, orribile da sentire, orribile a ricordarsi; l'Odio ha i suoi piaceri. Diventa perciò spesso la compensazione con la
quale un uomo impaurito rimborsa se stesso per le miserie della Paura. Più ha paura, più odierà. E l'Odio è anche un
potente anestetico della vergogna. Per produrre una profonda ferita nella sua carità, devi perciò dapprima sconfiggere il suo
coraggio.
Ma questo è un'affare rischioso. Siamo riusciti a rendere gli uomini orgogliosi di tanti vizi, ma non della vigliaccheria.
Se appena arriviamo vicino allo scopo, il Nemico permette una guerra o un terremoto o qualche altra calamità, e
all'improvviso il coraggio diventa così ovviamente amato e importante anche agli occhi umani, che tutto il nostro lavoro
fallisce, e resta così almeno un vizio verso il quale essi provano una genuina vergogna. Il pericolo di indurre viltà nei nostri
pazienti, perciò, risiede nel fatto che essa può produrre effettiva auto-conoscenza, e auto-ripugnanza con conseguente
pentimento ed umiltà. E infatti, durante l'ultima guerra, migliaia di umani, scoprendo la propria viltà, hanno scoperto per la
prima volta l'intero mondo morale. In tempo di pace possiamo indurre la maggior parte di essi a ignorare interamente il
bene e il male; nel pericolo, la scelta e imposta loro in tal modo che neanche noi possiamo accecarli. Ci troviamo di fronte a
un crudele dilemma. Se promoviamo giustizia e carità tra gli uomini, giocheremmo direttamente nelle mani del Nemico; ma
se li guidiamo al comportamento opposto, questo presto o tardi produce (perché Egli permette che questo accada) una
guerra o una rivoluzione, e l'inequivocabile scelta della viltà o del coraggio risveglia migliaia di uomini dalla letargia morale.
Questo è, per la verità, probabilmente uno dei motivi che spingono il Nemico a creare un mondo pericoloso, un mondo
nel quale l'opzione morale viene realmente al punto. Egli, come te, vede bene come il coraggio non è semplicemente una
delle virtù, ma la forma che ogni virtù assume nel momento della prova, cioè al momento più alto della realtà. Quel tipo di
castità o di onestà o di pietà che si arrende nel pericolo sarà casta o onesta o pietosa solo a certe condizioni. Pilato fu pieno
di misericordia fino a quando non diventò troppo rischioso.
E perciò possibile perdere tutto quello che abbiamo guadagnato facendo diventare codardo il tuo uomo; può
apprendere troppo su se stesso! Anche se esiste sempre la possibilità, non di cloroformizzare la vergogna, ma di aggravarla e
produrre Disperazione. Sarebbe una grande vittoria. Mostrerebbe che egli ha creduto, e accettato, il perdono da parte del
Nemico degli altri suoi peccati solo perché non era del tutto cosciente della sua colpa, questo sia detto rispetto all'unico vizio
che realmente capisce nella sua intera profondità di disonore per il quale non chiede Perdono, né ritiene di averne diritto.
Ma temo che tu lo già abbia lasciato andare troppo avanti nella scuola del Nemico, e che sappia come la Disperazione è un
peccato più grande di ogni altro peccato che l'ha prodotta.
Sulla moderna tecnica di tentazione alla viltà non c'è bisogno di dire molto. Il punto principale è che le precauzioni
hanno come risultato di aumentare la paura. Ma le precauzioni pubblicamente ordinate al tuo paziente, tuttavia, tendono a
diventare materia di routine e il loro effetto sparisce. Devi costringerlo a rimuginare nella sua mente (insieme con la
consapevole intenzione di fare il suo dovere) la vaga idea di ogni sorta di cosa che può fare o non fare, all'interno del quadro
del dovere, che possono sembrare di renderlo più sicuro. Tieni la sua mente lontana dalla semplice regola ("devo stare qui e
fare questo o quest'altro") per fargli immaginare una serie di precauzioni ("Se succede A - per quanto spero molto che non
succeda - potrei fare B - e se succede il peggio, posso sempre fare C"). Si può tentare con la superstizione, senza mai farla
riconoscere come tale. Il punto è di tenerlo nella convinzione che egli possa fare qualcosa - oltre ciò che il Nemico e il
coraggio che il Nemico fornisce - di diverso per evitare il peggio, in modo che tutto quello che era inteso come totale
impegno al dovere diventa un legno tarlato per mezzo di una piccola inconsapevole riserva mentale. Costruendosi una serie
di immaginari espedienti per prevenire che "il peggio diventi peggiore" puoi produrre, a quel livello della volontà del quale
non è cosciente, una determinazione che il peggio non possa diventare peggiore. Poi, nel momento del terrore reale, penetra
con la forza nei suoi nervi e nei suoi muscoli e potrai indurlo all'azione fatale prima ancora che si renda conto chi tu sia.
Perché ricordati, l'atto di vigliaccheria è tutto ciò che conta; l'emozione della paura in se stessa non è un peccato, e per
quanto ci possa piacere, non ci serve affatto,
Il tuo affezionato zio
SPIROCHETA
Dalle Screwtape Letters di C. S. Lewis - Traduzione di Carlo Striano
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