LETTERA 31
Mio caro, carissimo Sanguisuga, bambolina mia, orsacchiotto mio,
come erroneamente, adesso che tutto è perduto, vieni piagnucolando a domandarmi se le parole d'affetto con le quali
mi sono sempre indirizzato a te, erano false fin dall'inizio. Non sia mai! Rassicurati, il mio amore per te e il tuo amore per
me sono uguali come due piselli. Ti ho sempre desiderato, come tu d'altra parte (povero folle) hai desiderato me. La
differenza è che io sono il più forte. Penso che adesso ti daranno a me; almeno un pezzetto. Se ti amo? Ma certamente. Come
i migliori bocconcini che mi hanno reso grasso.
TU! Ti sei fatto sgusciare un'anima tra le dita. L'urlo di acuminata fame per questa perdita riecheggia in questo
momento attraverso tutti i livelli del Regno del Rumore in Basso fino al grande Trono stesso. Divento matto solo a pensarci.
Come conosco bene che cosa è accaduto nell'istante in cui te l'hanno ghermito! Dapprima un'improvvisa purificazione dei
suoi occhi (ci fu, non è vero?) quando ti vide per la prima volta è riconobbe la parte che avevi avuto in lui e seppe che non
più a lungo l'avresti avuta. Pensa soltanto (e questo sia l'inizio della tua agonia) che cosa provò in quel momento; come se
una crosta fosse caduta da una vecchia piaga, come se stesse emergendo da un'orribile lebbra che produceva scabbie dure
come conchiglie, come se un soffocante, umido, incollato cilicio gli fosse stato soffiato via per sempre. Per l'Inferno! È già
abbastanza penoso osservarli nei loro giorni mortali sfilarsi di dosso vestiti sporchi e poco confortevoli per immergersi in
acqua calda emettendo piccoli grugniti di piacere, sgranchendo i loro corpi riposati. Che cosa dire, allora, di questo svestirsi
finale, di questa finale purificazione?
Più ci si pensa e peggio diventa. Ha trovato la sua strada così facilmente! Non inganni graduali, né diagnosi di medici,
né casa di ricovero, né squallore di fronte bellico, e neanche false speranze di vita; pura, istantanea liberazione. Per un
momento tutto sembrò come nel nostro mondo; scoppio di bombe, rovina di case, puzza e sapore di potenti esplosivi sulle
labbra e nei polmoni, piedi che bruciano di stanchezza, cuore freddo d'orrore, cervello vacillante, ginocchia tremanti; e
nell'istante successivo tutto questo è andato, andato via come un incubo, con il quale non bisogna più giammai fare i conti.
Sconfitto, folle maldestro! Hai almeno rimarcato come naturalmente - come se fosse nato solo per questo - il verme nato
dalla terra è entrato nella nuova vita? Come tutti i suoi dubbi sono divenuti, in un battito d'occhi, ridicoli? So bene che cosa
la creatura stava dicendo a se stessa! "Si! Naturalmente. Tutto è stato sempre così. Ogni orrore ha seguito la stessa strada,
diventando peggio e peggio e forzandoti in una specie di collo di bottiglia, e nello stesso momento in cui pensavi che saresti
stato schiacciato, libero! Ti sei trovato fuori dalle strettoie e tutto è diventato all'improvviso buono. L'estrazione fece sempre
più male, ma il dente ora è tolto. Il sogno diventò un incubo e poi ti sei finalmente svegliato. Muori e non finisci mai di
morire e poi sei oltre la morte. Come ho fatto a dubitarne?".
Come vide te, vide anche Loro. So bene cosa è successo. Tu ti sei fatto indietro col pelo ritto e accecato, più colpito da
loro di quanto le bombe abbiano mai colpito lui. Che degradazione in tutto questo! Questa cosa di terra e fango può stare in
piedi e conversare con spiriti davanti ai quali tu, uno spirito, puoi solo accovacciarti. Forse hai sperato che la meraviglia e la
stranezza del fatto potesse guastare la sua gioia. Ma questa è la cosa piccante: gli dei sembrano strani agli occhi mortali, ma
dopo un momento non sono più strani. Egli non ha mai avuto la più tenue idea di come potessero essere fino a questo
momento, e ha anche dubitato della loro esistenza. Ma quando li ha visti ha saputo che sempre li aveva conosciuti e ha
riconosciuto la parte che ognuno di loro ha avuto in tante ore della sua vita quando supponeva di essere solo, così che egli
può dir loro, uno per uno, non "Chi sei tu?" ma "Allora eri tu tutto il tempo". Tutto quello che si dicono in questo incontro
rievoca memorie. La vaga consapevolezza di presenze amicali che sempre aveva ossessionato la sua solitudine dall'infanzia,
adesso è alla fine spiegata; quella musica di fondo di ogni pura esperienza che non riusciva mai a tenere a memoria, adesso è
finalmente ricordata. Il riconoscimento lo ha messo a suo agio in loro compagnia quasi prima che il tempio del suo corpo
diventasse quieto. Soltanto tu sei stato lasciato fuori.
E non ha visto soltanto Loro, ha visto Lui. Questo animale, questa cosa concepita in un letto, può guardare a Lui.
Quello che per te è fuoco accecante e soffocante, è adesso fresca luce per lui, la chiarezza stessa, e riveste la forma di Uomo.
Potresti tentare di interpretare l'adorazione del paziente alla Presenza, l'orrore di se stesso e la profonda consapevolezza dei
suoi peccati (si, Sanguisuga, una conoscenza più chiara anche di quella che puoi avere tu dei tuoi) facendo l'analogia con le
tue sensazioni soffocanti e paralizzanti quando incontri la mortifera aria che spira dal cuore dei Cieli. Ma è un nonsenso.
Può ancora imbattersi in dolori, ma essi abbracciano questi dolori. Non li baratterebbero mai con alcun piacere terreno.
Tutte le delizie dei sensi, del cuore, o dell'intelletto con i quali una volta avremmo potuto tentarlo, anche le delizie della virtù
stessa, adesso gli sembrano a paragone simili alle nauseanti attrazioni che una puttana dipinta può provocare in un uomo
che senta bussare alla porta di casa il suo vero amore di tutta la vita, l'amore creduto morto e che invece vive. Egli è arrivato
in un mondo dove dolore e piacere prendono valori transfiniti e sconfiggono tutta la nostra piccola aritmetica. Ancora una
volta incontriamo l'inesplicabile. Dopo la sofferenza provocata da inutili tentatori come te, la più grande sofferenza che
aleggia sopra di noi è il fallimento del nostro Dipartimento di Spionaggio. Se soltanto potessimo scoprire quali siano le Sue
vere intenzioni! Ahimé, ahimé: questa conoscenza, in se stessa odiosa e nauseante, sarebbe talmente necessaria per il
Potere! Qualche volta sono prossimo alla disperazione. Tutto ciò che mi sostiene è la convinzione che il nostro Realismo, il
nostro rigetto (di fronte a ogni tentazione) di ogni squallido nonsenso e di ogni trucco, dovrà vincere alla fine. Nel frattempo
ho te, per consolarmi. Del tutto sinceramente mi firmo
Il tuo sempre più e golosamente affezionato zio
SPIROCHETA
Dalle Screwtape Letters di C. S. Lewis - Traduzione di Carlo Striano
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