La baraccaDa dove viene questo vento bianco e il suono dell'armonica a boccala mazurca soffiata fra dita intirizzitee labbra gonfie di ragazzo,quella mazurca di un giorno di neve sui monti?lo corro io mi gettocome cane notturno dietro fantasma dietro fuggenti fiocheed ecco ritornanti orme nell'ariadi musica affannata.E la sera è nevosa sui montie questo è ancora il prato dell'Aiona e quella ancora la baracca.Viene di lì la luce trapelandoe il sottilegrido della mazurca. Aprite apritemi ragazzi,non lasciatemi qui l'anima sola e la fronte gelatacontro i vetri del tempo. Porto un vinoda bere tutti insiemebere piangendo e ricordare. Ma voi non rispondete,niente fuorché la musica risponde d'oltre i vetri appannatiche inutilmente le mie mani vivetentano di snebbiare.Il vinoIo bevo sola questo vino nero che insanguina la bocca,io piango soladi voi non ritrovandoche le mute cose rimaste. D'uno il palazzo ed i ritratti tristi degli aviad aspettarel'ultimo di quel nome;e d'un altro le reticon le scaglie di sole luccicanti e l'orto alla marina;di Berto la medaglia;di Cucciolo nient'altro che l'armonica, la piccola mazurca coraggiosanelle sere di fame e di paura. E del pretino di Vallettiil nudo Crocifisso levato a benedirele bocche già puntate dei moschetti. Rimangono le coseed i vigneti sotto la neve,i vigneti del vinochiaro e cantante che v'accese le vene giovanetteed ora ha così amaro così grevegusto di sangue.La sceltaDicono ch'era sognoe che per nulla più di un sogno siete morti. E sia.Sogno per sogno in terra di dormienti scegliamo il sogno da sognare.Chi di bruto chi d'uomo.Sulla prescelta barca fare il viaggio e ritornaredove tutto ritorna.Né fiume può sostare né lunané musica.Può soltanto fuggire questa mazurca sperduto addio battendo l'ali ancora contro il mio visoe dileguare.Elena Bonoda Alzati Orfeo (1958) Piccola Italia (1981)