STANZE PER RINALDO SIMONETTI* «CUCCIOLO»
I Quel giorno come oggi gelidamente febbraio gocciava dai castagni; tu salisti a piedi nudi questa strada di sassi che a precipizio scendevi coi tuoi scarponetti da festa facendo scintille la domenica mattina tante volte tante volte, e la prima fu quando nel tulle del battesimo bianco venisti alla pieve sul seno ansante e fiorito della madrina orgogliosa. - Voglio morire con loro voglio morire coi grandi - abbracciando quelle ginocchia fosti accontentato: dieci corpi più uno, undici corpi ed una corda su per la salita, a questa costa dove parlavi coi castagni cercando fragole e funghi i tassi e le lumache il muschio del presepio con le dita arrossate quante volte perdendoti a guardare le nuvole fumanti via tra i rami così tacite e diverse da ogni cosa della terra che nessuno le può imprigionare. Oggi si dice Messa fra i castagni all'altarino dell'Addolorata coi vostri nomi in oro e se tu potessi vedere le fiammelle che i parenti hanno acceso per le balze sull'erba che è soltanto il sudore gelato di febbraio oggi a bagnare. II Fucilato è una parola importante e tu te ne fai bello nel tuo cimiterino fra i candidi vecchioni e i bambini lattanti e le ragazze che invece dell'arancio ebbero una corona di fiori di carta. T'ascoltano tutti con grave attenzione ammirati, ma che cos'è la libertà questo non ci riesci per quanto ti provi a spiegarlo e finisce che sempre con un grosso sospiro ti smarrisci a guardare nuvole e nebbie che vanno insieme alla luna. I morti nella terra i vivi nelle case, gli altri prendono sonno e soli ad ora ad ora gridano i galli. Supino ancora guardi quelle lunari nuvole andare di là dai castagni come una volta. III Nessuno te l'ha detto che un animo da re ci vuole per entrare negli alti palazzi della morte, non da qualunque porta alla rinfusa gettati ma dalla grande entrata a testa dritta graziosamente recando le ferite come fiori in dono mentre il Signore si affretta all'incontro giù per la scalea aprendo le braccia. Nessuno te l'ha detto, ragazzo di campagna. Ma così tu sei entrato. *Fucilato per la libertà nei boschi di Càlvari  dove era nato pochi anni prima. 
       Elena Bono da Alzati Orfeo (1958)                Piccola Italia (1981)
Elena Bono
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