IQuel giorno come oggi gelidamente febbraio gocciava dai castagni; tu salisti a piedi nudi questa strada di sassiche a precipizio scendevi coi tuoi scarponetti da festa facendo scintillela domenica mattina tante volte tante volte, e la prima fu quandonel tulle del battesimo bianco venisti alla pievesul seno ansante e fiorito della madrina orgogliosa.- Voglio morire con loro voglio morire coi grandi - abbracciando quelle ginocchia fosti accontentato:dieci corpi più uno,undici corpi ed una corda su per la salita,a questa costa dove parlavi coi castagni cercando fragole e funghi i tassi e le lumacheil muschio del presepio con le dita arrossate quante volte perdendoti a guardarele nuvole fumanti via tra i rami così tacite e diverseda ogni cosa della terrache nessuno le può imprigionare. Oggi si dice Messa fra i castagni all'altarino dell'Addoloratacoi vostri nomi in oro e se tu potessivedere le fiammelleche i parenti hanno acceso per le balze sull'erbache è soltanto il sudore gelato di febbraiooggi a bagnare.IIFucilato è una parola importante e tu te ne fai bellonel tuo cimiterinofra i candidi vecchioni e i bambini lattantie le ragazze che invece dell'arancio ebbero una corona di fiori di carta. T'ascoltano tutticon grave attenzione ammirati, ma che cos'è la libertàquesto non ci riesci per quanto ti provia spiegarloe finisce che semprecon un grosso sospiroti smarrisci a guardare nuvole e nebbie che vanno insieme alla luna.I morti nella terra i vivi nelle case,gli altri prendono sonno e soli ad ora ad ora gridano i galli.Supino ancora guardiquelle lunari nuvole andare di là dai castagnicome una volta.IIINessuno te l'ha dettoche un animo da re ci vuole per entrare negli altipalazzi della morte,non da qualunque porta alla rinfusa gettatima dalla grande entrata a testa dritta graziosamenterecando le ferite come fiori in dono mentre il Signore si affretta all'incontro giù per la scalea aprendo le braccia. Nessuno te l'ha detto,ragazzo di campagna. Ma così tu sei entrato.*Fucilato per la libertà nei boschi di Càlvari dove era nato pochi anni prima.
Elena Bonoda Alzati Orfeo (1958) Piccola Italia (1981)