QUARTA EGLOGA
Poeta
Se me lo avessi chiesto quando ero un embrione…
Oh lo sapevo, lo sapevo io!
Strillavo, non voglio il mondo! è rozzo!
mi sbatte addosso il buio ottuso e mi fende con la sua luce!
E sono salvo. La testa mi si è indurita da tempo.
A forza di strilli i miei polmoni si sono rafforzati.
Voce
Le onde rosse della scarlattina e del morbillo
mi hanno gettato intero sulla riva.
Una volta voleva inghiottirmi il lago - poi mi ha risputato.
Cosa credi, perché mai ti avrebbe preso in braccio il tempo?
E il cuore, il fegato, i due polmoni alati,
insomma il fradicio misterioso organismo
è al tuo servizio… perché? e forse il fiore spaventoso
non sboccia ancora nella tua carne, il cancro.
Poeta
Sono nato, ho protestato. Eppure sono qui.
Cresciuto. E mi chiedi: perché? non so.
Ho sempre cercato di essere libero,
e sulle strade mi accompagnavano guardie.
Voce
Hai percorso le cime lucidate dal vento,
hai visto il mansueto capriolo, in montagna di sera,
accoccolarsi sulle tue ginocchia tra i cespugli,
hai visto gocce di resina sul tronco alla luce del sole
e una giovane donna scalza calcare con il piede la riva del fiume,
una volta ti è volato sulla mano un grande insetto con le corna….
Poeta
Quando si è schiavi non si vede più nulla.
Fossi stato montagna, vegetale o uccello…
consolatore, pensiero di farfalla,
riflessione divina. Libertà, aiutami,
oh, lascia che trovi infine la mia patria!
La cima di nuovo, il bosco, la donna e i cespugli,
le ali ardenti dello spirito nel vento!
E rinascere di nuovo a un mondo nuovo,
quando acceca con vapori d'oro
la luce del sole che sorge a nuove albe.
È ancora silenzio, silenzio, ma già alita la tempesta,
i frutti maturi dondolano sui rami.
La farfalla, portata da un vento leggero, vola.
Tra gli alberi già alita la morte.
E so già: anch'io sto maturando la morte,
il tempo ondeggiante mi ha sollevato e lasciato cadere;
ero prigioniero e la mia solitudine cresce
lentamente come la falce della luna.
Sarò libero, la terra mi assolve,
e sulla terra il mondo a pezzi
lentamente fiammeggia. Le tavole sono frantumate.
Vola in alto, immaginazione dalle ali pesanti!
Voce
I frutti dondolano, se sono maturi cadono;
ti acquieterà la profonda terra piena di ricordi.
Ma il fumo della tua rabbia voli ancora fino al cielo,
e che tu scriva sul cielo, se tutto è spezzato!
Miklós Radnóti
Trad. Edith Bruck
Da Mi capirebbero le scimmie, Donzelli 2009