HISPANIA HISPANIA
Da due giorni diluvia così, quando apro la finestra splendono i tetti di Parigi e s'accampa una nuvola sul mio tavolo e una umida luce si proietta sulla mia fronte. Alto sulle case, ma in fondo all'abisso, sto qui dove su me piange la fuliggine battuta dalla pioggia e mi vergogno, in questo crepuscolo lurido di fango impigrito di notizie. Frusciante guerra dalle buie ali, terrore che improvviso ti piomba volando, più non seminano, più non mietono, non ci son neppure le vendemmie. Neppure gli uccelli cantano più, neppure il sole riscalda, le madri non hanno più figli, solo i tuoi fiumi insanguinanti scorrono schiumando, Hispania! Ma nuovi eserciti arrivano dal nulla, se è necessario, come gli uragani selvaggi arrivano, eserciti scaturiti dalle terre ferite dal fondo delle miniere. I popoli gridano che libertà si chiama la tua sorte. Anche questo pomeriggio si è cantato per te: con pesanti parole cantavano la tua battaglia i poveri di Parigi, col viso bagnato. Miklós Radnóti trad. Katia Paoletti
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