GIOVEDÌ
A New York, in un piccolo albergo, T. si è legato un cappio al collo, chi da tanti anni vaga senza patria può forse vagare ancora?   A Praga, J. M. si è ammazzato, in casa, senza una patria. P. R. da un anno non scrive, forse sta sotto radici morte, morto.   Era un poeta, emigrò in Spagna, nei suoi occhi dolorosa foschia; chi vuol essere libero ed è poeta, può gridare davanti a un lucente coltello?   Può gridare rivolto all'infinito, Se la strada finita ora è finita; esule o in catene può forse gridare per la vita?   Quando l'agnello si mette a ringhiare, e la canora tortora di carne sanguigna si nutre , quando sibila il serpe sulla strada, e il vento prende a soffiare sibilando. [1939] lace wigs uk Miklós Radnóti trad. Pierluigi Varvesi Nel riproporre questa poesia, il traduttore ha tenuto presente fra l'altro la versione italiana di Cikos Ibolja (pubblicata dal portale ungherese Babelmatrix)
leggi/scrivi sul blog leggi/scrivi sul blog Miklós Radnóti