FRAMMENTO
Avrò vissuto sulla terra un tempo in cui l'uomo si perverte fino a uccidere a comando o per puro piacere e accecato da insane paure infogna la vita in atroci deliri. Avrò vissuto sulla terra un tempo in cui il delatore viene osannato, prode è la spia, l'assassino, il predatore - e chi tace o è tardo nell'applauso viene aborrito come un appestato. Avrò vissuto sulla terra un tempo in cui se resisti devi rintanarti e rodendoti i pugni mandar giù la vergogna, - e il paese imbestiato sghignazza, ebbro di sangue e di sterco, sul suo orrendo destino. Avrò vissuto sulla terra un tempo in cui la madre è una maledizione per il figlio, la gravida è ben contenta di abortire e il vivo invidia il disfacimento dei morti, mentre il veleno spumeggia sulla tavola.  … Avrò vissuto sulla terra un tempo in cui il poeta è muto nell'attesa sperando che risuoni di nuovo - da chi altro una tal maledizione - la tua voce tremenda, Isaia. 19 maggio 1944 Miklós Radnót Trad. Pierluigi Varvesi Nel riproporre questa poesia in italiano, il traduttore ha tenuto presente fra l'altro le versioni italiane di Edith Bruck in capirebbero le scimmie (ed. Donzelli 2009), di Agnes Preszler (web) e di Umberto Albini in Poeti ungheresi del '900 ERI, 1976); le versioni francesi di Jean-Luc Moreau in Marche forcée, ed. Phébus, 2000 e di Gil Pressnitzer (web) best lace wigs uk
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