GIÀ IL SOLE INROSSA LE BACCHE AUTUNNALI
Lei è bionda e pagana, non ha fede che in me e si adombra e bisbiglia come vede una tonaca: «non esiste che erba e albero e sole e luna e stelle e animali, sicuro, là nei campi dai mille colori.» E corre via: felice la polvere si leva sui suoi passi. Eppure lassù verso i giardini il crocifisso anch'esso vede i suoi baci e il fiordaliso davanti a lei si inchina con piacere, perché sempre c'è chi l'ammira invano un sant'uomo barbuto, innamorato. Lei ha diciotto anni e se è senza di me va senza parlare come il fiume d'estate, a mezzodì, tra le rive alberate, e culla dentro di sé il luccicante pensiero che mai daremo fondo a tutti i nostri baci e se ne cruccia. Già il sole inrossa le bacche autunnali. 1 settembre 1930 Miklós Radnóti Trad. Pierluigi Varvesi Nel riproporre questa poesia in italiano, il traduttore ha tenuto presente la versione francese di Jean-Luc Moreau in Marche forcée, ed. Phébus, 2000.
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