TERZA EGLOGA
Stammi vicino, Musa pastorale, anche se sto seduto in un sonnolento caffè. Là fuori scorre la luce, nella campagna la talpa scava silenziosa, solleva piccole gobbe di terra e bei corpi bruni di pescatori dai denti candidi, dopo il lavoro iniziato all'alba si addormentano sul fondo scivoloso delle barche. Stammi vicino, Musa pastorale, anche su questo suolo di città, nel baccano di sette sensali indaffarati, ma non lasciare che essi t'impauriscano, anch'essi - credimi - hanno il tormento in cuore, sono ragazzi orfani… e guarda quegli altri a destra, son tutti gran giuristi e non uno sa più suonare il flauto, ma che sigari! Stammi vicino! Insegno, sono corso qui tra due lezioni per meditare sulle ali del fumo sopra l'amore, quale meraviglia! Come a un albero secco un trillo d'uccello inusitato e fragile ridà la vita, così a me, pensai, e mi ha portato in volo sopra i giovani vecchi tetti, in alto sopra la giungla adolescente del desiderio. Soccorrimi, Musa pastorale! Le fanfare dell'alba dal richiamo acuto ed appannato non annunciano ora che il suo nome, non cantano che le sue forme a piena voce, che il suo corpo ardente, che gli occhi da cui sgorga il suo schietto sorriso, che le sue labbra che con passo di danza si schiudono al sospiro, che le sue movenze, le sue strette, i suoi sguardi lanciati alla luna! Soccorrimi, Musa pastorale! Che non risuoni il mio canto che d'amore, Mi sgraffia ogni giorno l'amarezza, nuovo dolore nel mondo mi incalza, nuovo ogni giorno ancora e ancora! Qui anch'io presto morirò. Gli alberi crescono curvi, collassa la bocca delle saline, il mattone grida nel muro, se mi addormento è questo che sogno. Soccorrimi, Musa pastorale! Di questi tempi così muoiono i poeti... Il cielo viene giù sopra di noi, non un tumulo per le nostre ceneri, non una nobile, splendida urna greca: se non rimane di noi che pochi versi... posso ancora scrivere d'amore? La luce del suo corpo è su di me. Soccorrimi, Musa pastorale! 12 giugno 1941 Miklós Radnóti Trad. Pierluigi Varvesi Nel riproporre questa poesia in italiano, il traduttore ha tenuto presente fra l'altro la versione francese di Jean-Luc Moreau in Marche forcée, ed. Phébus, 2000
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