UNA NEVOSA SERA DI NATALE
Senza fissa dimora e senza pace
girovagava un angioletto nero
sempre in pianto e in affanno
non riuscendo a capire
come e perché
si fosse mai imbrancato
con gli angeli cattivi
nel maledetto dì della rivolta.
Gli angeli della luce lo schivavano
come fellone reo di tradimento.
I tenebrosi invece
gli davano la caccia
con bieco accanimento
per inforcarlo ed isquartarlo
come elemento inaffidabile.
Lui si rendeva inafferrabile
vagolando alla cieca
qual foglia al vento,
ora in questo ora in quel travestimento.
Sfinito, intirizzito, disperato
per non poter manco impiccarsi
né buttarsi giù in mare,
essendo - ahimé - immortale,
una sera nevosa di Natale
si travestì da marocchino
e si mise alla porta della chiesa
dei reverendi Padri Cappuccini
offrendo inutilmente
fazzoletti di carta
e certe rose bianche
rubacchiate qua e là
da serre e da negozi di fiorai.
Terminato il viavai,
accovacciato a terra lacrimava
sulle sue rose bianche
rubate inutilmente
e sull'animo duro
della cristiana gente -
ma quando organo e coro
intonarono il Gloria,
gli andò a fuoco la testa
e si precipitò dentro la chiesa,
volò d'un balzo al soffitto azzurrino
dipinto a stelle d'oro
cantando alla distesa
insieme al coro
in perfetto latino
"Gloria in excelsis Deo"
con quel che segue
di quel salmo divino.
Indi, confuso, spaventato
si rifugiò nella gran nicchia
dell'Immacolata
sull'altare maggiore
e depose le rose
su quei piccoli piedi immacolati
che calpestavano il serpente
così serenamente.
"Un pipistrello! Un pipistrello!"
strillò un bambino.
Ma nessuno lo vide.
Anche perché Maria
aprì il manto celeste e lo nascose
lui e le sue bianche rose.
Natale 2002
Elena Bono
Poesie - Opera Omnia (2007)