UNA NEVOSA SERA DI NATALE
Senza fissa dimora e senza pace girovagava un angioletto nero sempre in pianto e in affanno non riuscendo a capire come e perché si fosse mai imbrancato con gli angeli cattivi nel maledetto dì della rivolta. Gli angeli della luce lo schivavano come fellone reo di tradimento. I tenebrosi invece gli davano la caccia con bieco accanimento per inforcarlo ed isquartarlo come elemento inaffidabile. Lui si rendeva inafferrabile vagolando alla cieca qual foglia al vento, ora in questo ora in quel travestimento. Sfinito, intirizzito, disperato per non poter manco impiccarsi né buttarsi giù in mare, essendo - ahimé - immortale, una sera nevosa di Natale si travestì da marocchino e si mise alla porta della chiesa dei reverendi Padri Cappuccini offrendo inutilmente fazzoletti di carta e certe rose bianche rubacchiate qua e là da serre e da negozi di fiorai. Terminato il viavai, accovacciato a terra lacrimava sulle sue rose bianche rubate inutilmente e sull'animo duro della cristiana gente - ma quando organo e coro intonarono il Gloria, gli andò a fuoco la testa e si precipitò dentro la chiesa, volò d'un balzo al soffitto azzurrino dipinto a stelle d'oro cantando alla distesa insieme al coro in perfetto latino "Gloria in excelsis Deo" con quel che segue di quel salmo divino. Indi, confuso, spaventato si rifugiò nella gran nicchia dell'Immacolata sull'altare maggiore e depose le rose su quei piccoli piedi immacolati che calpestavano il serpente così serenamente. "Un pipistrello! Un pipistrello!" strillò un bambino. Ma nessuno lo vide. Anche perché Maria aprì il manto celeste e lo nascose lui e le sue bianche rose. Natale 2002 Elena Bono Poesie - Opera Omnia (2007)
Elena Bono