PREGHIERA DI GIONA NELLA BALENA
Le molte acque richiuse sopra di me. Perduto il cielo ed ogni più remoto raggio di stelle; solo vuoto rombante scivolose tenebre fosforescenti putrefazioni. E quest'orrore brancolante questo pianto che è Giona. A te dal fondo di molte acque io grido. Tu, padre mio tu, pescatore celeste. Quando fra Giona ed il gran pesce non sia più orrore neppure orrore ultimo confine ma un solo cieco esultare e cieco ridere zampillando e d'abisso in abisso sprofondare, né più di te ricordo quaggiù né pianto, oh tu padre celeste tu pescatore che non dormi sulle molte acque. Potrà Giona tuo figlio di sé, di te dimenticarsi non tu di Giona, o amore. Tu stai sull'alta riva e tranquillo tiri le reti. Tu con le buone mani dalle squame morte e dalle alghe riprenderai quello che è tuo, il cuore che grida a te il cuore vivo di Giona.             Elena Bono da Alzati Orfeo (1958)
leggi/scrivi sul blog Elena Bono