PER LUIGINA COMOTTO SAVONESE*
Fucilata a settant'anni.
Il tuo mucchietto d'ossa insanguinate.
Per salvare quei giovani
non hai rinunciato alla vita
ma alla tua morte
la dolce morte da tanto tempo aspettata.
Un giorno doveva venire
col velo nero
ed il viso di cera
della Donna dei Sette Dolori
e sedertisi accanto
sospirando e pregando insieme,
la buona morte odorosa d'incenso
nella stanzetta ordinata
tutto uno specchio
in un brillìo di candele,
i garofani sparsi sul letto
e le vicine intorno
a recitare il rosario
con tintinnio di corone,
ora l'una ora l'altra che dice
asciugandosi gli occhi:
- Com'è rimasta bene,
pare quand'era ragazza. -
Quest'altra morte tu
non la conosci,
la strana morte col casco d'acciaio
e la bestemmia fra i denti,
il furgone cellulare
coll'urlo della sirena,
il poligono di tiro,
in fondo là il muro;
tu non sai come metterti
che cosa fare
se puoi aggiustarti le vesti
farti un segno di croce.
Troppo tardi queste cose per impararle,
e che diranno le tue vicine,
morire una morte così
da scomunicati.
Eppure anche nostro Signore
qualche donna l'ha avuta sotto la croce.
Oh Madre dei Sette Dolori
morire una morte così,
tutta diversa.
Ma non vorresti sbagliare.
Con un dito tremante
sfiori la manica del graduato,
che per favore scusi
che cosa bisogna fare.
-Tu niente, soltanto morire, -
ride il casco d'acciaio.
E ride il plotone allineato.
*Luigina Comotto, settantenne, fucilata per non aver voluto rivelare nulla sugli attentatori del prefetto repubblichino di Savona. "Sono ormai
- disse da ultimo - e non servo più a niente. Invece i giovani che cercate servono a qualcosa e non sarò io a darveli. Fate quel che volete."
Elena Bono
da Piccola Italia (1981)