ORA CONOSCO LE STRADE
Le strade sono sempre le stesse ma l'incanto è diverso. Dov'è la mia città inconoscibile paurosa in cui mi perdevo bambina? Allora che non sapevo le strade riconoscevo l'odore di ogni giardino, l'odore triste del Caelimontano, il respiro remoto dell'Aldobrandini. Allora le fontane mi scrosciavano dentro turbinose, l'anima delle cose mi batteva sugli occhi, rosso velo: io ero un cavallino atterrito esaltato che voleva fuggire e s'impigliava entro quel velo come in labirinto. Ed ora conosco le strade. Ora so amare la bellezza di queste cose, che è un soffrire ancora la bellezza sofferta. Ma non è la città che mi faceva tremare il cuore e non dà pace ai miei ricordi. Se non fu che sogno i sogni allora ci possiedono più che le cose umanamente amate. Eppure in qualche parte esiste, io credo, la mia città qual era, più grande forse e prodigiosa, le strade senza fine le fontane perenni d'acqua viva le mura di diamante. Forse non più la mia città ma la città di Dio.         Elena Bono da I Galli Notturni (1952)
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