NÉ RICORDO NÉ MAGIA
Finora la tanta rabbia nascosta era adagiata nel mio cuore, come nel torsolo della mela il seme nero-marrone, e sapevo di essere accompagnato da un angelo con la spada in pugno, che mi cammina accanto, mi sorveglia e difende dai guai se occorre. Ma chi un giorno all'alba selvaggia si desta constatando che tutto è franto e si avvia come un fantasma quasi nudo, abbandonando le sue poche cose, vede crescere nel suo bel cuore, con passi leggeri, matura e riflessiva l'umiltà delle poche parole, se parla, se protesta non è per la propria causa, e aspira alla lontana luce di un futuro libero. Non avevo niente e niente mai avrò, sia chiaro, contempla dunque per un istante questa ricca vita; non ho più rabbia nel cuore, non mi interessa la vendetta, il mondo si rinnova - e anche se a me è proibito ai piedi dei nuovi muri risuonerà la mia parola; ciò che mi resta vivrà dentro di me in solitudine, non guardo più indietro, e so che non mi difende né il ricordo né la magia, sopra di me il cielo è avverso; se il tuo sguardo si accorge di me, amico, voltati, fammi un segno,. Dove prima c'era l'angelo con la spada forse ora non c'è nessuno. [30 aprile 1944] Miklós Radnóti Trad. Edith Bruck Da Mi capirebbero le scimmie, Donzelli 2009
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