Nell'ultim'ora del gran combattimento,vomitato dal serpente anticoun fiume immondo inonda la metropoli.Subito la terra si spalancaad inghiottirlo oltre la cittàsicché il fiume scorre a precipizioe tra le case di Babilonia la grande,sparse per le sue strade in mille rivoli,rigurgitate a fiotti dalle visceredelle fogne su per i tombini,le sue acque trascinano all'abissocorpi di vivi di morti di morentiin un vorticare inestricabiledi teste mani gambe piedi braccia,alcuni ancora paludati acconci,altri già spogli del travestimento,alcuni protesi a un improbabilesfuggente appiglio che li tragga in salvo,altri ormai arresi, non sai se vivi o morti.Sospinto da una leggera brezzaun legno naviga il fiume, lo percorrefin dentro la città, poi getta l'ancorasulla confluenza di due stradeanch'esse possedute dalla piena.Sulla prua s’intravvede la polena,il suo manto è intessuto d'oro,ha le mammelle turgide di latte,una falce di luna ai suoi piedi,è cinta di stelle sul capo.Chi si aggrappa alla scaletta si afferraalle mani che subito si sporgonoviene ricoverato nel suo ventre.Mentre l'affanno si placaallo sguardo si offre la visionedella donna protesa sulla pruache ora è lì con il bambino in braccio.Giunge fin dentro l'eco del fracassoche fa lo sbattere contro le fiancatedelle torme di naufraghi vociantiin un avvicendarsi turbinosodi lamenti grida imprecazioni,ma il frastuono non vale a sovrastarela musica sottile che si effondedagli strumenti di quattro putti alati.Dietro di loro la donna è nel silenzio,il volto sereno, lo sguardointento altrove, chissà, forse allo sposo,una mano a sostenere il piccolo,l'altra sollevata nel negargliil seno che oramai più non gli scopre.Stringe le labbra il bimbo guardandolaintento nel suo primo patiree contempla la madre che riposacome fosse anche lei tenuta in braccio.Non a caso in alto sulla pruadi quel legno ancorato fra due stradesi legge un nome: Madonna del Riposo.Fiuggi 1-3 ottobre 2009. Pierluigi Varvesi*Il piccolo santuario del tardo ‘500 intitolato alla Madonna del Riposo, alla confluenza della via che ne porta il nome con l’Aurelia, è l’unico oratorio mariano di Roma.