INVITO A PALAZZO
Il Figlio del Sole
il Lucente
l'Imperatore Celeste
mandò quel suo messaggero
quella sera lontana
per invitarmi a Palazzo
il Palazzo che splende
sull'alta remota città delle Mura di Giada.
Io misi in fretta la veste
listata di porpora e d'oro
ai piedi i calzari di seta
all'anulare l'anello
del Privilegio Regale
il nastro intorno alla fronte
dell'Ossequio Perfetto.
Ma quando discesi
non c'era
la portantina alla soglia:
il messaggero sparito,
non fiaccole
non portatori.
Buia la strada
frettolosi i passanti,
al vento e alla notte soltanto
potevo io domandare
dove il Palazzo, dove
la sacra mai vista città delle Mura di Giada
Da tempo ho scambiato l'anello
del Privilegio Regale
per pochi bocconi di pane
per poche sorsate di vino,
ma molta ma molta di più
la polvere che ho masticata
e l'acqua bevuta nei fossi
dal morto sapore di rane.
A brandelli la veste
disfatti i calzari di seta,
di quella tenuta di Corte
non rimane che il nastro
ancora legato alla fronte,
il logoro segno ingrigito
dell'Ossequio Perfetto.
Rapide occhiate irridenti
mi sfiorano il nastro,
qualcuno si scosta
come a un segno di lebbra,
qualcuno mi insulta
o mi aizza dei cani.
Non oso a nessuno
a nessuno
domandare il cammino,
neppure agli uccelli e alle stelle:
stelle ed uccelli non sanno
che andare e tornare
andare e tornare
nel cerchio
di Eterni Ritorni.
Procedo alla cieca
e dubito della Chiamata,
mi dico che tutto fu sogno:
messaggero e messaggio,
e infine che non esiste
nessuna remota città delle Mura di Giada
né il Palazzo che splende
né il Figlio del Sole
il Celeste
seduto sul trono abbagliante.
Eppure talvolta giacendo
qua e là per le selve
o lungo i fossati,
nei vicoli, negli angiporti
spalla a spalla coi nomadi
e i servi fuggiti
tra imprecazioni e lamenti
fetore di febbre e di piaghe
formicolanti di vermi
mi è accaduto sì di sentire
qualcuno che in sogno parlava
di un grande invito a lui giunto
una sera lontana,
di un messaggero sparito
di un anello venduto
e di un Palazzo,
un Palazzo che splende
alto sopra le mura
di purissima giada.
Elena Bono
da Invito a Palazzo (1982)