INVITO A PALAZZO
Il Figlio del Sole il Lucente l'Imperatore Celeste mandò quel suo messaggero quella sera lontana per invitarmi a Palazzo il Palazzo che splende sull'alta remota città delle Mura di Giada. Io misi in fretta la veste listata di porpora e d'oro ai piedi i calzari di seta all'anulare l'anello del Privilegio Regale il nastro intorno alla fronte dell'Ossequio Perfetto. Ma quando discesi non c'era la portantina alla soglia: il messaggero sparito, non fiaccole non portatori. Buia la strada frettolosi i passanti, al vento e alla notte soltanto potevo io domandare dove il Palazzo, dove la sacra mai vista città delle Mura di Giada Da tempo ho scambiato l'anello del Privilegio Regale per pochi bocconi di pane per poche sorsate di vino, ma molta ma molta di più la polvere che ho masticata e l'acqua bevuta nei fossi dal morto sapore di rane. A brandelli la veste disfatti i calzari di seta, di quella tenuta di Corte non rimane che il nastro ancora legato alla fronte, il logoro segno ingrigito dell'Ossequio Perfetto. Rapide occhiate irridenti mi sfiorano il nastro, qualcuno si scosta come a un segno di lebbra, qualcuno mi insulta o mi aizza dei cani. Non oso a nessuno a nessuno domandare il cammino, neppure agli uccelli e alle stelle: stelle ed uccelli non sanno che andare e tornare andare e tornare nel cerchio di Eterni Ritorni. Procedo alla cieca e dubito della Chiamata, mi dico che tutto fu sogno: messaggero e messaggio, e infine che non esiste nessuna remota città delle Mura di Giada né il Palazzo che splende né il Figlio del Sole il Celeste seduto sul trono abbagliante. Eppure talvolta giacendo qua e là per le selve o lungo i fossati, nei vicoli, negli angiporti spalla a spalla coi nomadi e i servi fuggiti tra imprecazioni e lamenti fetore di febbre e di piaghe formicolanti di vermi mi è accaduto sì di sentire qualcuno che in sogno parlava di un grande invito a lui giunto una sera lontana, di un messaggero sparito di un anello venduto e di un Palazzo, un Palazzo che splende alto sopra le mura di purissima giada.          Elena Bono  da Invito a Palazzo (1982)
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