CANTO DI DANIELE
Mia vita fra i leoni
tenebrosa fossa di giorni.
Dalla bocca del pozzo
si affacciano a deridermi:
"Scenda il suo Dio laggiù
per trarlo fuori
a cielo aperto".
No, non sei sceso tu
per trarmi fuori
a cielo aperto,
tu sei sceso
per soffrire con me.
Essi non sanno
che tu accanto mi stai
spalla con spalla
e ti sento tremare al mio tremare
e rigarsi il tuo viso d'agonia
al caldo fiato
al cauto palpeggiare
sul mio corpo
delle zampe ferine.
Tu che con me dividi
il mio pane di cenere,
squallido prigioniero
muto, impotente
ed umiliato.
Eppure quando
nelle reti del sonno
vischiose
anche le belve cadono
e più l'unghia
non difende il leone
e nessun forte
dalla forza è difeso,
io nel profondo,
d'ogni vivente abbandonato
ho la tua spalla per posare il capo,
io dormo, Dio, con te
e d'ogni sanguinare
si risana il mio cuore.
Vita mia fra i leoni,
angosciosa fossa di giorni.
Ma solo è tua
tua soltanto è la notte
e l'alta pace,
tua soltanto la spalla a cui poggiare
la fronte calpestata
e dormire e sognare
i cieli aperti della tua gloria.
Elena Bono
da Alzati Orfeo (1958)