17 GENNAIO 1932 ( Domenica )
( Da un quotidiano: " A Vienna, nel Wiedener Spital, è morto di tubercolosi, all'età di 31 ani, nel primo anno della sua
emigrazione, Làzlò Farkas, poeta e scrittore proletario" )
Mattina, e passeggiavo nei boschi di montagna con la ragazza
che amo. Era domenica - la domenica
ce ne andiamo sempre via così, verso su,
sfaccendati.
Tenevo strette le sue piccole spalle puntute
cammini pure con il petto in fuori, adesso,
dopo una settimana di umiliazioni! - e parlavamo piano
dicendoci che ci sposeremo e che
quel triste bambino, sul tram,
aveva la tosse asinina.
Arrivammo a una strada, e il vento sibilava, gelido;
mi baciò e disse: ho freddo all'orecchio sinistro,
riscaldamelo; e le alitai un soffio rovente,
come un ippogrifo.
Poi arruffati passeri infreddoliti volarono
sopra di noi, sull'albero, e ci cadde addosso,
in minuscole spine, la brina.
Verso sera sedevo con un giovane compagno
nel centro del Caffè, e si agitava combattiva
la nostra bocca. Molti erano i clienti domenicali;
ma al tavolo vicino ci si stringeva addosso
un ufficiale di polizia.
Tirai fuori un foglietto e scrissi: "attenzione! ".
Il mio compagno lesse, annuì, stracciò il foglietto;
una minuscola gioia ci si rannicchiava dentro, perché
non ci eravamo lasciati sorprendere.
Spalancai il giornale e dissi
piano come una guizzante piattonata sulla strada
scalpitante, quando in gola ti si gonfia ancora
Il singulto che poi scatterà, sdrucciolevole,
fino al cielo: - Farkas Laci è morto.
L'estate - raccontavamo - l'avevano visto rapato,
appena uscito di galera, aveva salutato, e poi
era emigrato a Vienna; e adesso è morto!
io non ci credo, lenta si distende
la sua increspata tristezza:
era stato rinchiuso ventiquattro mesi, e si era ammalato di tbc,
era sparito nel Wiedener Spital:
e da Szatmàr avrebbe voluto vedere
la madre a Vienna, tenere la sua mano sulla fronte.
( Ora la madre di tutti i proletari
tiene la sua gelida fronte: la nostra comune madre!
con sinceri profumi nella mano).
E' morto. E di lui è rimasto un soffio di polvere
il nome sulla bara di marmo di un crematorio;
alle sue spalle alcune poesie, una vecchia donna
e la lotta, cioè noi, la lotta che
si deciderà tra poco; - e allora!
Oggi era domenica, voleva cadere la neve,
ma il gelo l'inchiodava lassù, e non ha nevicato.
Miklós Radnóti
Trad. Gabor Tolnay