LETTERA 13
Mio caro Sanguisuga,
mi sembra che tu sprechi tanta carta bianca per raccontare una storia molto semplice. Per dirla in breve hai lasciato che
l'uomo ti sgusciasse tra le dita. La situazione è veramente grave e non vedo alcuna ragione di proteggerti dalle conseguenze
della tua inefficienza. Un pentimento con un rinnovo di ciò che dall'altra parte chiamano "grazia" nella scala che tu descrivi
è una sconfitta di prim'ordine. Significa una seconda conversione, e probabilmente a un livello più profondo della prima.
Come tu avresti dovuto sapere, la nube asfissiante che ti ha impedito di attaccare il paziente nella sua passeggiata di
ritorno dal vecchio mulino, è un fenomeno ben conosciuto. E l'arma più barbara del Nemico, e generalmente appare quando
Egli è direttamente presente al paziente in certi modi ancora non sufficientemente classificati. Alcuni umani sono circondati
in modo permanente da essa e perciò inaccessibili a noi.
E adesso passiamo ai tuoi errori catastrofici. Te li elenco a tuo beneficio: il primo di tutti è stato quello di permettere
al paziente di leggere un libro che realmente gli piaceva, perché gli piaceva e non per fare delle intelligenti osservazioni su di
esso ai suoi nuovi amici. Secondo: gli hai permesso di passeggiare fino al vecchio mulino e di prendere un tè laggiù - gli
piace veramente passeggiare nella campagna - e di lasciarlo solo. In altre parole gli hai permesso due reali e positivi Piaceri.
Sei così ignorante da non vedere i pericoli nascosti in tutto questo? La caratteristica di Dolore e Piacere è di essere
assolutamente reali, e perciò, in ogni caso, forniscono all'uomo un metro di paragone della realtà. Allora, se tu avessi tentato
di dannare il tuo uomo con il metodo Romantico - facendolo diventare una sorta di Childe Harold o di giovane Werther
sprofondato nell'autocompassione per immaginarie tristezze - avresti dovuto a tutti i costi proteggerlo da ogni tipo di dolore
effettivo; perché, lo sanno tutti, cinque minuti di genuino mal di denti smascherano i dispiaceri romantici per il non-senso
che sono e rivelato l'intero stratagemma. Ma tu stai tentando di dannare il tuo paziente utilizzando il Mondo, che significa
spingerlo ad accettare come piaceri vanità, agitazione disordinata, ironia e noia mortale. Come hai potuto mancare di vedere
che un piacere concreto era l'ultima cosa che dovevi permettergli di incontrare? Non potevi prevedere che ciò avrebbe
distrutto per contrasto tutte le stupidaggini che così laboriosamente gli hai insegnato a tener da conto? E che fra tutti, il tipo
di piacere che il libro e la passeggiata gli avrebbero offerto era il più pericoloso di tutti? Che esso avrebbe pelato via dalla sua
sensibilità quella specie di crosta che vi avevi spalmato sopra, e che egli avrebbe assaggiato come un sentimento del tornare
a casa per esserne protetto? Come preliminare per distaccarlo dal Nemico, tu dovevi staccarlo da se stesso, e avevi fatto
qualche progresso. Adesso, tutto ciò è perduto.
So bene che anche il Nemico vuole distaccare gli uomini da se stessi, ma in modo differente. Ricordati sempre che Egli
realmente ama il piccolo insetto, e accorda un valore assurdo alla diversità di ognuno di essi. Quando Egli parla del loro
perdere se stessi, vuole soltanto significare l'abbandono del clamore della volontà che si autorealizza; una volta che essi
l'abbiano fatto, Egli realmente restituisce tutta la loro personalità, e si vanta (sinceramente, temo) che solo quando essi sono
del tutto Suoi essi saranno se stessi come mai. Perciò, mentre Egli si delizia nel vederli sacrificare anche innocenti desideri
ai Suoi, odia il fatto di vederli scantonare dalla loro vera natura per ogni altra ragione. E noi dovremmo sempre incoraggiarli
a farlo. Il più profondo desiderio o impulso di ogni uomo sono la materia prima, il punto di partenza, dei quali il Nemico li
ha riforniti. Staccarlo da queste basi è perciò sempre un punto guadagnato; anche in cose indifferenti è sempre meglio
sostituire gli standard del Mondo, o della convenzione, o della moda, ai reali desideri o antipatie proprie di ogni uomo. Io
stesso vorrei andare fino in fondo. Vorrei addirittura farne una legge di sradicare dal mio paziente ogni tipo di forte gusto
personale che non è in se stesso un peccato come fare tifo per la locale squadra di cricket, o collezionare francobolli, o solo
bere latte e cacao. Tali cose, ti garantisco, non hanno niente della virtù in se stesse; ma vi è in esse una specie di innocenza e
di umiltà e di auto-dimenticanza che mi dispiace. Un uomo che veramente e disinteressatamente ama qualsiasi cosa al
mondo, per il suo proprio piacere, è, per lo stesso fatto, ben protetto contro alcune delle nostre più sottili strategie. Dovresti
sempre fare in modo che il paziente abbandoni le persone o il cibo o i libri che realmente gli piacciono in favore delle
"migliori" persone, del "giusto" cibo, del libro "importante". Ho conosciuto un umano difeso da ogni tipo di forte tentazione
di ambizione sociale da un più forte gusto per trippe e cipolle.
Rimane da analizzare in qual modo si possa riparare a questo disastro. Il meglio è impedirgli di fare alcunché. Fino a
quando non passerà dal dire al fare, non importa quanto pensi al nuovo pentimento. Lascia che il piccolo bruto ci sguazzi
dentro. Lasciagli, se è un cretino di tal fatta, che ci scriva sopra un libro; che per altro è spesso una eccellente maniera di
sterilizzare i semi che il Nemico semina in un'anima umana. Lasciagli fare qualsiasi cosa, tranne che agire. Nessuna quantità
di pietà nella sua immaginazione o nei suoi sentimenti ci potrà fare del male fino a che riusciamo a tenerla fuori dalla sua
volontà. Come uno degli umani ha scritto una volta, le abitudini attive sono rafforzate dalla ripetizione ma quelle passive
sono indebolite. Più sente senza agire, meno sarà capace di agire, e nel lungo periodo meno sarà capace anche solo di
sentire,
Il tuo affezionato zio
SPIROCHETA
Dalle Screwtape Letters di C. S. Lewis - Traduzione di Carlo Striano
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