SINDROME DI STOCCOLMA
Milleottocentottantacinque volte
sopra di noi è tramontato il sole
da quando sposa mi fosti rapita
da un nemico più forte della morte.
T'avesse lei strappata via da me
oh t'avrei pianta mille e mille volte
ma un'alba dopo l'altra, poco a poco,
il sangue si sarebbe intiepidito,
placato il cuore e forse queste mani
più non ti cercherebbero nel sonno
e sempre a destra, nello spazio vuoto
che occupavi tu nel nostro talamo.
Nella sua fortezza inespugnabile
per mille giorni ho tentato di introdurmi
e un paio di volte - ti ricordi -
sono giunto in vista delle mura,
sono arrivato a vederti da lontano,
a farti un cenno senza farmi accorgere
e mi era parso che tu mi rispondessi
con uno sguardo e un cenno della mano,
appena appena, per non farti accorgere
e il tuo sguardo era triste e spento,
come di morta apparsa tra i miei sogni
al di là di fiume invalicabile.
Poi mi rivolsi alla regina madre,
che sempre ascolta chi le si avvicina,
per chiederle conferma della voce
che il re stesse per dare il via all'assalto
contro la base stessa del nemico,
contro la sua fortezza inespugnabile.
"Ancora non è tempo - mi rispose -
ma in quel giorno per i suoi fedeli
non vi sarà timore né incertezza
ché la vittoria finale è già decisa."
Non mi bastava. Ti sapevo lì
prigioniera, schiava, rattristita,
e le chiesi pietà per tutti e due.
Sapevo del potere del suo sguardo
sopra il cuore del re, che inviò un manipolo
scelto tra i suoi prodi più valenti
- non sono io tra quelli, tu lo sai -
che si facessero strada fino a te.
Partirono fieri, cantando, le armi in pugno.
Tornarono da soli, a testa bassa.
Cos'è accaduto? Non riusciste a entrare?
"Siamo entrati, non visti e non sentiti."
Non riusciste a arrivare fino a lei?
"Ci riuscimmo, giungemmo fin nell'harem
dove il nemico la tiene fra le tante
di cui può disporre al suo volere."
Non riusciste a parlarle? Vi sorpresero?
"L'abbiamo avvicinata che era sola.
Le abbiamo parlato del tuo amore.
Le abbiamo offerto di venire via."
E perché non l'avete tratta in salvo?
"Non ha voluto. Ha detto che star lì
era quel che voleva."
E del mio amore?
"Ha accennato un sorriso, ha scosso il capo."
E non ha detto nulla?
"Tu sai come è esperta nel tacere."
Non dispero: si tratta di una sindrome
che a volte lega i rapiti ai rapitori.
C'è chi ne è stato guarito,
non dispero.
Scandriglia, 20 gennaio 2013
Pierluigi Varvesi