SEMI DI LINO Chi prova i cuori è il Signore Libro dei Proverbi
Fu mio padre a insegnarmi a piangere come fa un uomo, ingollando lacrime tra labbra e denti, senza un fiato. Sola gridava livida la morsa delle dita sotto il suo sguardo attento s'io fossi poi così gagliardo e fiero come deve essere un uomo. Mia madre mi insegnò la croce con impiastri di semi di lino. "È bravo il mio bambino" diceva e mi poggiava in petto lava nerastra ardente e sulla mano infebbrata la sua, freschissima. Di tra le garze odore di morti unto dolciastro e la sua voce. "È buono il mio bambino" e quella mano non lasciava di serrare la mia né quel fuoco di vagliarmi il cuore perché come argento nel crogiolo come oro nel fornello del fonditore sta l'uomo in bocca a chi lo loda. Quell'uomo si disfece nel mortaio come lo stolto tra i grani del tempo e non bastò il pestello, come è scritto, a scuotere via la sua stoltezza. Poi venne lui che fa piccolo il cuore lui debolezza di Dio. Dalla croce lo sguardo e la sua voce benedetto egli sia. Roma, 11 febbraio 1992         Pierluigi Varvesi
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