PANE E VINO
Ho l’imene ancora inesplorato. Fossi fatta di carne tu potresti possedere chi tanto ti brama, tu Signore dagli occhi radiosi tu Signore Parola a due tagli tu Signore mansueto e possente tu mio re tu mia torcia nella notte tu il mio uomo il mio bel cavaliere tu mia voglia mia fame mia sete tu che mi chiami da sempre all’amore, la tua verga il tuo vincastro mai verranno a pascermi a farmi finalmente tua? «Anima mia, apriti che vengo alla tua fame in sembianza di pane alla tua sete intriso di vino il mio corpo dentro di te il mio sangue nelle tue vene ti prendo mio amore per me Io che da sempre ti desidero.» Scandriglia, 27 novembre 2011 Pierluigi Varvesi
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