LA MOGLIE DI SIMON PIETRO
Come vien presa per mano
la vecchia si scuote.
La figlia le tocca la fronte.
"È fresca, non senti? Sto bene.
Il rabbi avrà fame, è già tardi.
Che abbiamo di pronto in cucina?"
La figlia ha un tremito, oscilla,
un rapido sguardo al maestro
e si lascia cadere sul letto.
Simone: "Mia cara cos'hai?"
La donna si stende, si copre,
sussurra "Non so, non mi sento.
- si porta la mano alla fronte -
Ho i brividi. Quella sua febbre
forse ha colpito anche me."
La madre la fissa, sospira
poi si dirige in cucina.
Il maestro: "Andate vi prego,
lasciatemi solo con lei."
Accosta la porta, si siede
sul letto, le prende una mano.
"Allora? Su dimmi cos'hai."
"Rabbi, ho la febbre non vedi?"
"La febbre? - il maestro sorride -
Di che soffri? Di cosa hai paura?"
La donna ora piange si volta
al muro, si copre la faccia.
"Rabbuni, Simone..." sospira.
Il maestro allunga una mano
a carezzarle i capelli.
"Guardami donna, non piangere.
- lei torna piano a voltarsi -
Che cosa vuoi che ti faccia?"
Si asciuga gli occhi, lo guarda.
"Son sola, mi manca, ti prego."
Il maestro la prende per mano,
si leva. "Su, alzati e vieni.
Vuoi pace? Lascia ogni cosa
e seguimi. Chiamo anche te."
Scandriglia, 5-6 febbraio 2012
Pierluigi Varvesi