A MONTE RUA
DIÒSPIRI
Diòspiro vizzo smorto
ben disposto su mele vermiglie
nella cella dell'ospite.
Passata è la sua stagione.
Così l'eremo
dimenticato sul monte
alla propria stagione sopravvive.
Altri i bei frutti vermigli.
Ma se affamato l'ospite
dischiude il frutto passito
ecco il profumo intatto
la polpa soda il colore intenso
e il sapore squisito.
Dal monaco in cucina
per altri frutti.
Son là due ceste: la grande
stracolma di mele vermiglie
nell'altra sì e no una ventina
di diòspiri vizzi. L'uomo li addita
e sospira.
"Finché ne restano."
fa l'eremita, e asciuga
al grembiale la mano callosa.
Ha gli occhi che ridono.
Pierluigi Varvesi