A MONTE RUA DIÒSPIRI
Diòspiro vizzo smorto ben disposto su mele vermiglie nella cella dell'ospite. Passata è la sua stagione. Così l'eremo dimenticato sul monte alla propria stagione sopravvive. Altri i bei frutti vermigli. Ma se affamato l'ospite dischiude il frutto passito ecco il profumo intatto la polpa soda il colore intenso e il sapore squisito. Dal monaco in cucina per altri frutti. Son là due ceste: la grande stracolma di mele vermiglie nell'altra sì e no una ventina di diòspiri vizzi. L'uomo li addita e sospira.  "Finché ne restano." fa l'eremita, e asciuga al grembiale la mano callosa. Ha gli occhi che ridono. Pierluigi Varvesi
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