A UN POETA DI NOBILE LIGNAGGIO Qu'est-ce-que cette mort qui ne va rien guerir? Yves Bonnefoy
Di ritorno dal tuo reame spento - Notte di nessun'eco, ponte interrotto morte, giro vizioso opaco filtro di luce e movimento. Ogni clessidra frantumata, oltre sola consiste una petrosa sabbia - rivendico il sapore arido, l'insufficienza la lontananza, il pianto senza lacrima l'arduo passaggio, il cauto presentimento di verità, il nobile sangue dell'esule del viandante per sempre riprendo l'ebbrezza della fonte, il diritto a drizzare la tenda nel deserto a farne sola casa. Per sempre. Pure di nudità razziata la tua terra, ti vedo appiccato all'arteria del cuore, soffocato dai grani della tua clessidra, vedo per tuo deserto il fondo dell'imbuto in cui scrutavi. I corvi della tua notte ti scavino in volto una vasta orbita, delle tue orbite facciano nido. Quale pietà per lo spietato? Ti vedo le labbra attorte nell'alveo di un urlo. Lì il pianto bavoso dell'ebete, lì la smorfia che inghiotta, riporti a giro ogni lacrima. Lì esule contorcerti, invocare a ristoro le cento piaghe di Giobbe. Invocare. Alla fine invocare. Parigi, 25-26 marzo 1969 a Yves Bonnefoy         Pierluigi Varvesi
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