KENOSIS
“Abbiate sale in voi”
Gaio Valerio,
dal lungo ponte della tua città
su cui vorresti inebriarti in giochi e danze
- ma poggia a stento su precari legni -
da quel ponte sacro agli dei voglio precipiti
nel fango, giù dove più fonda è la palude
e più putrida l'acqua ristagna,
a capofitto in quell'abisso un uomo
a me concittadino e tanto sciapo
da aver meno sale in zucca di un bambino
piccolo addormentato fra le braccia
dondolanti del padre.
Quell'uomo lo sai bene ha preso in sposa
nel suo più verde fiore una fanciulla
- Più che capretto dolcissimo fanciulla
ahi quanto fragile!
Più che uva nerissima stillante
ahi quanto valeva custodirla! -
e lascia che se la spassi come vuole
e di lei non gli cale e non si drizza
mai verso la sua dalla sua sponda
ma come immoto ontano
da terra di Liguria divelto
- terra che il mare sala -
insensibile nella fossa giace
come se nulla veda, nulla ascolti,
talmente sciocco lui da non sapere
né chi mai sia né dove e neanche se
lui stesso sia.
È lui che voglio giù dal lungo ponte
a capo basso spingere
se mai possa d'un colpo strappar via
l'opaca sonnolenza
e in quella melma fetida lasciare
l'inerte cuore
come svelle la mula, se l'impiglia
ben stretto in una buca,
il ferro dallo zoccolo.
Ah la fanciulla nel più verde fiore
il capretto dolcissimo
e l'uva sua nerissima stillante!
Ah le danze, Catullo, la festa
sul sacro legno del ponte messo a nuovo!
Ah le risa che il cuore senza fine
ha già in serbo ove mai l'uomo
a noi concittadino dall'abisso
riporti tanto sale lace wigs uk
quanto se ne trova in un bambino
piccolo addormentato fra le braccia
dondolanti del padre.
Roma, 23 aprile 1988 - Lavinio, 29 maggio 2014
Pierluigi Varvesi