A MONTE RUA CAMPANE
Qui nel deserto la sabbia percorrendo svelta l'ampolla della grande clessidra dà misura alla squilla che avvisa i monaci. È così a notte all'alba nel meriggio all'ora nona al tramonto a sera. Ha un suo tempo il richiamo perché lesti si lasci la quiete il gesto la parola per radunarsi in coro. - Ah, quel novizio quasi imberbe, al primo tocco come corre in cella! Indosso ha un camice grigio. Al terzo tocco esce col bianco saio, in spalla il manto e corre - è il quinto tocco - intanto lo dispone lo aggancia la campana lo insegue, lui veloce ripiega il cappuccio, nove tocchi ed eccolo alla porta della chiesa. - L'ultimo grano precipita. Il monaco alla corda frena in alto il battaglio e dal bronzo sull'eremo scende sacro il silenzio. Dal coro "O Dio, vieni a salvarmi." una voce lenta, cadenzata, dà l'avvio al divino lavoro. Così di ora in ora finché a notte torna la sabbia a scorrere, a cantare su dalla torre il bronzo, rovesciato calice a versare sulla terra il suo vino. Il coro è al buio. I monaci, in silenzio in ginocchio gli occhi chiusi la fronte poggiata all'alto leggio le mani intrecciate, contemplano il misterioso annuncio dell'angelo a Maria, l'«Eccomi serva» della piccola vergine simile a Dio nel sussurrato «Sia» e la luce fu, venne nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo. Uno ad uno vanno si rincorrono i rintocchi per la via del vento. In loro cantano i monaci in loro scende l'Amen di Maria di balza in balza giù sulle strade sulle case a valle, fino a che nel deserto la sabbia più non scorre e acquetato il bronzo torna a versare intorno il suo silenzio. hair extensions sale Pierluigi Varvesi
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